A su regreso de Montevideo Mama Antula le cuenta al Padre Juárez que el virrey y el obispo le dieron autorización para construir la Santa Casa de Ejercicios Espirituales. Y hace referencia a Isidro «El Vasco» Lorea, benefactor de la causa de los jesuitas en Buenos Aires.

Foto-Lito. E. Halitzki Tacuari 82, Bs.As. – Wikimedia Commons
Carissimo fratello in Cristo!
Ho ricevuta la vostra lettera di 8 diuglio 1792. Dintorno a quello che mi dite, che bisogna principalmente adesso raccomandare a Dio la Compagnia di Gesù, devo rispondervi che mai tralascio io questa cosa, perché non ho in questo mondo altro maggior pensiero di questo: quest’è il mio massimo affare, e tutta la mia premura. Io non posso non sperare ogni volta più dalla Divina Bontà, che ci abbia di consolare alla fine, facendo la grazia. Per parte mia, bramo ardentemente, ci si conceda quanto prima la grazia del suo totale risorgimento: poiché il suo ritardamento mi fa penare assai, e quasi languire il mio spirito. È vero che ho inteso discorrere in questi giorni, di farvisi la grazia dal nostro Re, che tornate alle vostre case ed in abito di Preti secolari; io però non vi voglio così, se non che colla veste della Compagnia di gesuiti, e nei vostri Collegi. Io vi aspetto assolutamente in questa maniera restituiti e ristabiliti.
In una mia anteriore vi scrissi della mia partenza di Montevideo, e del mio ritorno in questa Città di Buenos Aires, dove arrivai il 23 di luglio del corrente anno: non potrei però allora raggirarvi molte circostanze. La mia partenza di Montevideo fu assai dispiacevole a suoi cittadini, e non meno sensibile anche a me. Volevano quei cittadini, che mi fossi trattenutavi per più tempo, acciocché continuassero anche di più gli Esercizi, ma come fui chiamata da questi Superiori, scrivendomi con gran premura Mons. Vescovo, che fossi venuta quanto prima in questa Capitale, mi toccò ubbidire prontamente. Ma seppero quei cittadini trovare un buon ripiego per farmi ritornare a Montevideo un’altra volta, e mi cavarono la parola, quale spero di empierla col divino ausilio, per andare a metter in esecuzione la loro buona intenzione. Questa loro idea è di fondarvi, e fabbricare in quella Città una Casa perpetuarvi gli Esercizi; e ch’io stia presente lì, e la faccia fabbricare. A questo fine tanto la Cittadinanza, che il Magistrato mi fecero donazione di un quadro quadrato di terreno dentro della suddetta Città, che è un bel sito, la quale donazione benché gratuita, è stata fatta con Scrittura pubblica, obbligandosi loro solennemente di edificare la suddetta Casa tutta a spese loro, dove dopo che fosse terminata, potransi fare gli Esercizi Spirituali per tutto l’anno, senza che sia bisogno prendere altre case in affitto.
Fu anche sensibile per me una partenza così pronta da quella Città, ch’è ancora un buon Porto di mare, dove arrivata ch’erano le navi provenienti dall’Europa, ed anche quelle che di passaggio apportavano la loro Marineria, ed altra gente di equipaggio, volevano fare gli Esercizi, e non si poté consolare tutti quanti, e quel ch’è di più, erano anche venuti molti dal Rio Dardo (a) a bella posta per godere questo tesoro dei Santi Esercizi, e non pochi anche dalla Spagna s’erano trasportati colla notizia, che si facevanvi gli Esercizi, bramosi parimenti loro di farli per il bene che altri avevano sperimentato, e raccontatili; ma nemmeno questi poterono aver la consolazione di farli.
Perciò dunque, benché mi trovo già avanzata in età, sono risoluta col tempo a ritornarvi non solo in forza della mia parola, anche per consolare tutti quanti, che bramano fare i Santi Esercizi.
Bisogna dunque ubbidire alla chiamata di miei Superiori, e restituirmi in questa Capitale di Buenos Aires, dove ero già aspettata col medesimo disegno, che avevo lasciato a Montevideo, cioè che si fabbricasse subito una Casa destinata per soli gli Esercizi Spirituali. Sua Eccellenza il Sig. Viceré e Mons. Vescovo mi hanno data questa incombenza colle più ampie facoltà, acciocché possa io agire con tutta libertà, e tanto il Magistrato secolare, quanto il Capitolo Ecclesiastico mi hanno esibita la loro porzione. Il sito assegnatomi per questa Casa è un altro quadrato perfetto, e vicino alla Parrocchia della Madonna della Concezione, ch’è uno dei luoghi principali di questa Città. Sono già all’ordine tutti i materiali per andarla fabbricando, e terminarla quanto prima. Unitamente a questa Casa e contigua alle camere so anche fabbricare un gran tempio o chiesa pubblica col titolo del Salvatore del mondo, acciocché la Casa degli Esercizi, e la Sua chiesa siano l’asilo e rifugio dei peccatori che vengono a salvare l’anime loro. Il principale motore di questa gran fabbrica è il Sig. Dr. Emmanuele Rodríguez della Vega, Signore il più ricco di questa Città di beni temporali, e spirituali, e ben noto a tutti per la sua virtù. Lui m’impronta tutto il bisognevole per questa fabbrica, e mi dice, ch’io non passi pena per mancanza di denaro, che lui somministrerà quanto sia necessario, e che basta ch’io li chieda. Siccome è un uomo avanzato in età, ed io ancora ne sono vecchia, ci raccomandiamo al Signore, acciocché la Sua Divina Maestà ci faccia la grazia di conservarci la vita per poter vedere terminata questa Casa di Esercizi.
Ce n’è un altro Signore, come soprastante di questa pia opera, ed è il Sig. Isidro Lorea, già benefattore degli esercizi. Per tutti due questi Signori bramerei che procurasti ottenere dal S. Padre alcune Indulgenze plenarie personali, che le gradiranno, e sarà questo un segno della nostra premura per il loro maggior bene spirituale.
Vi prego ancora di dire a tutti nostri fratelli, che non si scordino di me nelle loro orazioni e sacrifici, come non mi scordo io di loro nelle mie preghiere a Dio.
Mi dico con tutto il cuore una Serva e Sorella in Cristo.
Maria Antonia di S. Giuseppe.
Ficha técnica.
- Fecha: 21 de noviembre de 1792.
- Desde Buenos Aires.
- De Mama Antula
- al Padre Juárez.
- Idioma: Italiano.
Cf. ARSI 183 (en italiano). Buenos Aires, 21 novembre 1792.