En esta carta escrita en italiano la hermana Teresa de Jesús hace un gran retrato de Mama Antula: laboriosa, sin afectación, «siempre andaba descalza y con un crucifijo colgado del cuello». La escribe desde uno de los templos más antiguos de la ciudad de Buenos Aires: El convento de Santa Catalina, que terminó de construirse en el año 1745.

Padre mio,
l’impiego del mio Fratello, di cui domandate, è di Parroco a S. Nicola; egli, bisogna dirlo, è molto stimato da tutti, e molti si consigliano con lui nei loro affari di spirito; perché dicono che la sua condotta è la stessa dei Gesuiti. Il mondo, mio Padre, è sempre il medesimo, se voglia o no; io mal comprendo, si lasciano altri che sono più letterati e più stimabili in ciò che maggiormente apprezza il mondo, e non li consultano, e consultano il mio fratello, che quantunque addottorato in Teologia al tempo di loro Padri, non ha quel grido di tanti altri, che si trovano in questa gran Città, e solo sono mossi a cercare di lui, perché nella direzione delle anime e nei suoi consigli si assomiglia ai Gesuiti.
In verità ho sempre osservato, e con mia gran meraviglia, l’onnipotenza divina riguardo a loro, ed in ciò vedo chiaramente quanto Iddio li ama e quanto difende la loro innocenza, poiché gli stessi loro nemici amano tutto quello, in cui si vede e trova qualche somiglianza a quanto eglino praticavano e facevano, e perciò spero fermamente che il Signore avrà cura particolare di loro, per difenderli dappertutto ed in ogni cosa.
In quanto poi all’altra domanda, Padre mio, è vero verissimo quanto si è detto e scritto di questa nostra Donna Maria Antonia di S. Giuseppe; è una vera Serva di Dio, ed il suo portamento e quanto Iddio si degna operare per mezzo di lei, è un continuo miracolo di Sua provvidenza. Sono in circa sei anni, che qui fa dare gli Esercizi di S. Ignazio senza interruzione, e solo con riposo qualche volta di due o tre giorni da una muta all’altra; ed in ciascuna di esse separatamente vengono, ed entrano a farli sino a 200 e 300 persone, ora uomini ora donne, e ciò che cagiona gran meraviglia, sì, è che vengono a farli spontaneamente senza essere invitati; e circa il vitto provveda tutti quanti con abbondanza e squisitezza di vivande, e tutto le viene mandato dalla S. Provvidenza. Mi pare che questa Serva di Dio abbia in mano il cuore e lo spirito di tutti, perché fa di tutti quanto vuole a bene delle loro anime, e credo che questo singolare dono di cattivare il cuore delle persone le venga dalla veste che porta di S. Ignazio. La virtù poi di lei è così al naturale, che nulla ha di affettazione, e perciò è un gran piacere il trattarla. Sempre che viene da noi, entra dentro del Monastero e ci dice che non riposa e ci dà tutta la consolazione del suo spirito. Io la tratto con ogni familiarità, e mi dice che non mai cessa di pregare il Signore per i Gesuiti, ed io le dico che quando loro Padri ritornino, quanto a me, allora ella può ben morire. Non ho in memoria tutte le Città che ha scorso, quel che so dire, è che sempre è andata a pie scalzi, e con un crocifisso pendente al collo, alla maniera con che andavano i Padri a far missione, e credo che questo crocifisso lo ereditò da un Gesuita.
Ficha técnica.
- Fecha: 29 de diciembre de 1785.
- Desde Buenos Aires
- De Teresa de Jesús
- a un Jesuita en Lombardía.
- Idioma: Italiano.
Cf. ASR 105-106 (en italiano) y ARSI 174 (en italiano). Citada en Gr 29. 29 dicembre 1785.